“È indubbio che le ultime settimane del 2020 abbiano mostrato un settore in grado di far fronte alle difficoltà, ribadendo la propria vocazione all’export e mantenendo alta l’attenzione verso il mercato italiano, comunque tra i più importanti ed esigenti al mondo”, ha commentato Luigi De Vito, presidente di Acimall, l’associazione confindustriale che rappresenta i costruttori italiani.?“Per quanto le prime settimane di quest’anno mostrino ancora un andamento incoraggiante per tutta la filiera, la cautela è tuttavia d’obbligo e sarà necessario attendere i prossimi trimestri per capire se siamo di fronte a una vera ripresa dei mercati. Un aiuto in questa direzione potrà certamente giungere dal piano di transizione Industria 4.0 e dai rinnovati incentivi agli acquisti di tecnologia messi in campo dal governo italiano per il prossimo biennio”.
L’indagine trimestrale realizzata dall’Ufficio studi di Acimall su un campione statistico significativo mostra inoltre che il carnet ordini è pari a 3,2 mesi (erano 3,1 nel trimestre precedente), con un aumento dei prezzi dall’inizio del 2020 dell’1,2 per cento. Il fatturato aumenta del 17,2 per cento rispetto al quarto trimestre 2019.
Gli intervistati hanno fornito indicazioni chiare anche sul versante della indagine qualitativa: il 50 per cento del campione indica un trend di produzione positivo, il 6 per cento rivela un calo, il 44 per cento dichiara una sostanziale stabilità. L’occupazione è stabile secondo il 78 per cento del campione, in calo per il 6 per cento, in aumento per il restante 16 per cento. Giacenze in diminuzione per il 56 per cento del campione, in aumento per l’11 e stabili per il 33 per cento.
Interessante sottolineare come l’indagine previsionale evidenzi che il 50 per cento del campione preveda un andamento sostanzialmente stabile per le esportazioni, il 39 per cento si attenda una ulteriore ripresa e solo l’11 per cento tema una contrazione. Diversa valutazione su cosa ci potrebbe attendere nel mercato italiano: il 45 per cento degli intervistati crede in una ulteriore crescita, il 33 per cento in una situazione stabile e il 22 per cento in una possibile contrazione.
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