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Rumore e vibrazioni
Tratto da “I Quaderni dell’Aria Compressa” - ottobre 2003

L'inquinamento acustico

 

Massimo Rivalta - Ingegnere


In ambito europeo, c'è un Libro verde della Commissione intitolato "Politiche future in materia di inquinamento acustico", che contiene molte proposte per la lotta in tale settore. Una serie di disposizioni articolate destinate a dettar legge negli Stati membri. In tale contesto, sono state adottate, tra le altre, anche sette direttive sul rumore relative a diversi tipi di macchine da cantiere. Una carrellata sul calendario dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni.

Passeggiando sul green, si ha come l'impressione di non subire alcun tipo di attrazione gravitazionale. Il fruscio del vento tra le foglie, il paesaggio incantato della natura incontaminata, il clack dell'impatto tra il ferro e la pallina, la parabola precisa a cogliere lontano la buca proprio sotto la bandierina. Questo Ë quello sport, anzi passatempo, chiamato "golf", che permette relax e benessere durante l'attività. Ho scoperto il golf cercando la pace in un momento di stress e mi ci sono avvicinato. Dovevo scappare dal rumore, dall'inquinamento, dall'invadenza subita nel periodo appena precedente e non avrei mai immaginato di trovare una soluzione cosi vicina, attraente e divertente.
Ormai, per me, Ë un appuntamento fisso per rigenerarmi. Il caos, i polmoni pieni di smog, li lascio in città, al di fuori del green. All'interno, attività e relax. E poi, la competizione. Una pallina che ancora troppe volte vira verso mete inventate senza rispetto alcuno per il battitore. Ma non importa, migliorerò, lo ha detto anche il maestro. (speriamo in tempi brevi, aggiungo io).
Entrando e uscendo dal green, mi rendo conto dell'inquinamento che ci circonda e non posso fare a meno di riflettere.

Rumori continui
L'inquinamento sonoro esiste quando l'uomo non "ascolta" più con attenzione, perché ha imparato a ignorare quel tipo di suoni che sono definiti "rumori".
Se saremo in grado di definirli, saremo anche in grado di riconoscere con sufficiente chiarezza i suoni fastidiosi o nocivi e sapremo perché dobbiamo eliminarli.
L'uomo contemporaneo occidentale oggi è riuscito a creare un paesaggio sonoro identico all'architettura delle città nelle quali vive: siamo avvolti da rumori continui, permanenti, a larga banda, privi di personalità e di dinamica.
Ogni giorno e in ogni momento siamo bombardati da informazioni acustiche, e sono talmente numerose che non siamo più in grado di distinguere quelle importanti da quelle meno importanti.
Questo modo di porsi rispetto al mondo si ripete oltre che per i suoni, per tutto quanto costituisce l'ambiente di vita che ci circonda.
Ho descritto forse un quadro troppo pessimistico? Non direi, ma, sicuramente, urgono provvedimenti per fare in modo che l'inquinamento ambientale, acustico o di altro tipo venga combattuto seriamente e da persone competenti.
Volendo affrontare l'argomento dall'alto, mi soffermo su considerazioni direttamente derivanti dal vertice del nostro ordinamento a livello europeo.

Il Libro verde
In ambito europeo, esiste un Libro verde della Commissione intitolato "Politiche future in materia di inquinamento acustico".
In esso sono contenute molte e variegate proposte per la lotta in questo settore.
Una di queste è la "Proposta di direttiva" del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla "determinazione" e alla "gestione del rumore ambientale".
Questa proposta della Commissione fa seguito al libro verde del 1996 sulla futura politica di lotta contro il rumore, l'elemento centrale della quale è l'introduzione di "mappe acustiche" per le agglomerazioni urbane di oltre 100.000 abitanti e per le zone situate in prossimità di grandi assi stradali e ferroviari e di grandi aeroporti.
Queste mappe acustiche saranno pubblicate a livello locale, per informare la popolazione, e serviranno da base ai piani d'azione locali attuati per migliorare la situazione. Una sintesi dei dati che figurano sulle mappe acustiche e dei piani d'azione locali sarà comunicata alla Commissione, che creerà una base di dati e pubblicherà un panorama della situazione nell'Unione.
L'introduzione delle mappe acustiche e l'avvio dei piani d'azione avranno luogo ogni cinque anni, cosa che permetterà alle diverse parti interessate di seguire l'evoluzione della situazione. L'analisi della situazione in materia di rumore nell'Unione servirà da base alla definizione di obiettivi comunitari espressi in termini di riduzione del numero di persone che soffrono per inquinamento sonoro.

Due indicatori acustici
La proposta definisce due descrittori acustici, da applicare in tutti gli Stati membri.
Questi ultimi sono invitati a definire valori limite per i due nuovi indicatori e a informare la Commissione della loro scelta.
Il primo descrittore ("Lden", che corrisponde a livello sonoro giorno-sera-notte) caratterizza la situazione in termini di "fastidio".
Il secondo ("Lnight") riguarda i "disturbi del sonno".
La Commissione intende pubblicare questi limiti affinché i cittadini e le autorità possano fare raffronti ed esercitare, eventualmente, pressioni sugli Stati membri per spingerli a fissare norme elevate. I metodi di valutazione armonizzati sono introdotti in due tappe.
In un primo tempo, sarà applicata una metodologia provvisoria basata sui metodi esistenti, per poi passare a metodi comuni definitivi basati sulla scienza e la tecnologia all'avanguardia.
La proposta illustra strategie e approcci a lungo termine, intesi a ridurre l'inquinamento sonoro nell'ambiente domestico per la maggioranza della popolazione e non riguarda il rumore generato dalla stessa persona esposta o dal vicinato, né il rumore percepito sul posto di lavoro o a bordo dei mezzi di trasporto. La proposta prevede anche l'elaborazione di un approccio specifico per la protezione delle zone relativamente silenziose come le foreste, i parchi nazionali e le zone rurali a debole densità di popolazione.
L'obiettivo è quello di definire un approccio comune per evitare, prevenire o ridurre, secondo le rispettive priorità, gli effetti nocivi dell'esposizione al rumore ambientale. L'approccio si fonda sulla determinazione dell'esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica realizzata sulla base di metodi comuni, sull'informazione del pubblico e sull'attuazione di piani di azione a livello locale.

Base per nuove misure
Questa direttiva (Direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2002, relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale) fornirà anche una base per lo sviluppo di misure comunitarie di contenimento del rumore generato dalle principali sorgenti.
Essa mira a lottare contro il rumore cui sono esposte le persone nelle zone edificate, nei parchi pubblici o in altre zone silenziose degli agglomerati, nelle zone silenziose in aperta campagna, nei pressi delle scuole, degli ospedali e di altri edifici e zone particolarmente sensibili al rumore.
Saranno introdotte, in occasione di future revisioni della direttiva, relazioni dose-effetto per permettere la valutazione degli effetti del rumore sulla popolazione.
I piccoli importanti passi verso l'attenuazione del rumore ambientale possono essere raggruppati come segue:

entro il 30 giugno 2005, e successivamente ogni 5 anni, gli Stati membri notificheranno alla Commissione gli assi stradali principali su cui transitano più di 6 milioni di veicoli l'anno, gli assi ferroviari principali su cui transitano più di 60.000 convogli l'anno, gli aeroporti principali e gli agglomerati urbani con più di 250.000 abitanti situati nel loro territorio;
entro il 30 giugno 2007 al più tardi, saranno elaborate e, ove opportuno, adottate mappe acustiche strategiche relative al precedente anno solare delle infrastrutture e degli agglomerati sopra citati;
entro il 31 dicembre 2008, gli Stati membri notificheranno alla Commissione tutti gli agglomerati con più di 100.000 abitanti e tutti gli assi stradali e ferroviari principali situati nel loro territorio:
entro il 30 giugno 2012, e successivamente ogni 5 anni, saranno elaborate e adottate mappe acustiche strategiche dell'anno precedente per tali agglomerati e assi.

Già quanto esposto permette di comprendere l'importanza, all'interno della Unione Europea, del problema acustico.

Cos'è il rumore
Ma da cosa è costituito il rumore? Il rumore è costituito dall'insieme dei suoni che risultano indesiderati perché di intensità eccessiva, fastidiosi o improvvisi.
Si stima che circa il 20% della popolazione dell'Europa occidentale (ovvero 80 milioni di persone) subisca livelli di inquinamento acustico considerati inaccettabili dagli esperti.
Le cause sono il traffico, l'industria e diverse attività ricreative.
Le conseguenze dell'esposizione al rumore possono variare da un individuo all'altro; tuttavia, in una relazione dell'Oms del 1996 sul rumore, l'ambiente e la salute, si dà particolare risalto a effetti quali i disturbi del sonno, danni uditivi o fisiologici (prevalentemente di tipo cardiovascolare) e difficoltà di comunicazione.
I primi interventi comunitari hanno riguardato la fissazione di valori limite per le emissioni acustiche di taluni tipi di veicoli (autovetture e aerei), in vista della realizzazione del mercato unico.
Agli strumenti comunitari hanno poi fatto seguito misure nazionali.
Dall'analisi dell'impatto dei provvedimenti legislativi emerge una notevole riduzione della rumorosità di alcuni veicoli: per esempio, il rumore generato dalle autovetture dal 1970 è diminuito dell'85%.
Tuttavia, il problema dell'inquinamento acustico sussiste, soprattutto a causa dell'aumento del traffico.
Il Quinto programma di azione a favore dell'ambiente del 1993 fissava obiettivi di riduzione dell'inquinamento acustico da conseguire entro il 2000.
In occasione del riesame di tale programma, nel 1995, la Commissione ha annunciato l'adozione di una politica di riduzione del rumore, di cui il Libro verde costituisce la prima fase.

Approccio globale
Nel Libro verde la Commissione raccomanda un approccio globale che integri, per una maggiore efficacia, tutti i partner locali e nazionali proponendo di:

instaurare un'effettiva condivisione delle responsabilità;
definire gli obiettivi da raggiungere;
migliorare il coordinamento dei diversi interventi;
organizzare la verifica dei progressi realizzati;
sviluppare metodi di controllo dell'inquinamento acustico.
 

Il Libro verde tratta per la prima volta l'inquinamento acustico sotto il profilo della tutela dell'ambiente. Sono, quindi, esclusi l'esposizione al rumore durante il lavoro, già oggetto della direttiva 86/188/Cee, nonché i rumori dovuti ai rapporti di vicinato.
Per risolvere il problema, la Commissione presenta due piani di intervento per la sua politica in materia di inquinamento acustico. Vediamoli.

a) Politica generale in materia di inquinamento acustico
Attraverso le proposte enumerate nel Libro verde, la Commissione desidera ristrutturare la politica complessiva in materia di inquinamento acustico e prevede, a tale scopo, le seguenti azioni:

un'armonizzazione dei metodi di valutazione dell'esposizione al rumore;
l'istituzione di un indice comune CE di esposizione al rumore;
la limitazione della trasmissione del rumore (mediante l'insonorizzazione degli edifici);
lo sviluppo dello scambio di informazioni e di esperienze tra gli Stati membri sull'esposizione all'inquinamento acustico (campagne di sensibilizzazione sui problemi ambientali);
un miglior coordinamento dei programmi di ricerca sul rumore.
 

b) Riduzione delle emissioni alla sorgente
- Trasporti su strada:

riduzione dei valori di emissione acustica ammessi;
intervento a livello delle infrastrutture per limitare il rumore causato dai pneumatici (rivestimenti stradali antirumore);
modifica del regime di tassazione dei veicoli in funzione del livello sonoro;
introduzione della verifica delle emissioni acustiche dei veicoli in occasione dei controlli tecnici;
adozione di strumenti finanziari che incentivano l'acquisto di veicoli silenziosi:
divieti di circolazione per i veicoli rumorosi (divieto di circolazione nei centri abitati per gli autocarri nelle ore notturne o nei fine settimana).
 

- Trasporti ferroviari:

estensione all'intera rete ferroviaria dei valori limite di emissione;
approfondimento della ricerca sulla riduzione della rumorosità dei treni.
 

- Trasporti aerei:

riduzione del volume delle emissioni ammesso;
pianificazione territoriale in prossimità degli aeroporti;
introduzione di una classificazione degli aerei in funzione del livello di emissione acustica.
 

- Macchine e attrezzature utilizzate all'aperto:
il rumore emesso da talune macchine per cantiere - tra cui motocompressori (e qui ci sentiamo chiamati in causa), martelli demolitori, gru a torre - è già regolamentato da direttive comunitarie.
Anche le emissioni acustiche dei tosaerba sono già oggetto di una regolamentazione comunitaria.
La direttiva 89/392/Cee, relativa ai requisiti in materia di sicurezza e di salute, prevede che i macchinari debbano essere concepiti e costruiti tenendo conto dell'obiettivo di ridurre il rumore.
La Commissione desidera andare oltre e propone:

una semplificazione dei testi legislativi sulla limitazione delle emissioni di queste macchine;
l'introduzione, per tutte le macchine e attrezzature, di un'etichetta che certifichi il livello di emissione acustica.
 

Altro discorso va fatto per l'emissione acustica delle macchine e attrezzature utilizzate all'aperto, nell'ottica di tutela contro il rumore emesso dalle macchine e attrezzature utilizzate all'aperto: Direttiva 2000/14/ CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 maggio 2000, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'emissione acustica delle macchine ed attrezzature utilizzate all'aperto.

Le zone urbane
Il Libro verde della Commissione sulle politiche future in materia di inquinamento acustico del 1996 dà risalto all'andamento dell'inquinamento acustico nelle zone urbane.
Sebbene la gran parte dei rumori esterni provenga dai mezzi di trasporto, è in aumento anche la percentuale di emissioni acustiche generata dall'utilizzo di macchinari all'esterno degli edifici.
Le macchine e le attrezzature utilizzate all'aperto godono della libertà di circolazione all'interno dell'Unione Europea.
La politica comunitaria, in materia di riduzione della rumorosità di questo tipo di macchinari, è consistita nell'emanare direttive in cui si prescrivono le soglie massime di emissione acustica, nell'apporre sulle macchine l'indicazione del livello sonoro garantito o nell'introdurre metodi di misurazione acustica.

Macchine da cantiere
Con questo approccio, sono state adottate 7 direttive sul rumore relative a diversi tipi di macchine da cantiere e una direttiva concernente i tosaerba.
Le direttive esistenti in materia hanno già subito modifiche in funzione del progresso tecnico.
Secondo la Commissione, si impone ora un nuovo adeguamento, nonché l'estensione dell'insieme dei macchinari interessati.
Gli interventi definiti per raggiungere lo scopo possono essere cosÏ indicati:

l'armonizzazione delle norme sull'emissione acustica;
l'armonizzazione delle procedure di valutazione della conformità;
l'armonizzazione dell'etichettatura relativa al livello sonoro;
il rilevamento di dati relativi all'emissione acustica.
 

Le macchine e attrezzature che non soddisfano queste condizioni devono essere ritirate dal mercato o vietate dagli Stati membri (art. 7).
L'etichettatura è obbligatoria per tutte le macchine e le attrezzature che rientrano nel campo d'applicazione della direttiva.
Per i limiti di emissione acustica pertinenti ad alcuni tipi di macchine, sono previste due fasi, onde permettere all'industria di adeguarsi alle nuove norme: i limiti della prima fase si applicano due anni dopo l'entrata in vigore della direttiva, mentre nella seconda fase, quattro anni più tardi, entreranno in vigore valori più severi.
L'applicazione dei limiti di emissione acustica ai macchinari è soggetta al controllo di un organismo notificato istituito dagli Stati membri, il quale verifica sia la fase di progettazione sia quella di produzione dei macchinari.
Viceversa, non è necessario controllare la fase di progettazione dei macchinari soggetti esclusivamente all'etichettatura obbligatoria.
Al fine di valutare l'impatto della direttiva, è prevista una procedura di rilevamento dei dati relativi all'emissione acustica. Queste informazioni serviranno da base per lo sviluppo di incentivi di natura economica e per l'attribuzione del marchio ecologico.
Nonostante tutto l'impegno profuso dalla Unione Europea, con il conseguente recepimento in ogni Stato membro, a ridurre le fonti di inquinamento, l'inquinamento acustico ambientale che siamo costretti a subire è ancora troppo elevato.




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